Viaggiatrice delle idee
È sempre molto difficile parlare del mio lavoro, poiché un architetto nato al sud Italia è abilitato a spaziare in più ambiti lavorativi e non specializzarsi in un solo campo. Non so se sia un bene o un male, però questo mi consente di procedere per fasi, fasi in cui preferisco scegliere di cosa occuparmi, esplorando vari ambiti e sognandone sempre uno nuovo. Così esco molto spesso dalla mia “Confort Zone” e mi metto alla prova con nuove sfide e nuovi confini.
Sono passata da organizzatrice di eventi e mostre presso la Biblioteca Nazionale di Palazzo Reale insieme all’illuminato Mauro Giancaspro, al disegno di gioielli, pur continuando a progettare appartamenti e locali commerciali, che sono la mia passione.
Mi occupo di Design ed interior? Forse questa è la mia etichetta?
Non so se voglio una etichetta.
Nel 1997 fondo insieme ad alcuni colleghi lo studio Semidizucca, un nome che suscita ilarità in chi lo ascolta, comunicando ai clienti una interazione: seminiamo idee nella nostra “zucca”. Marco Puzzo, tra i fondatori, è rimasto al mio fianco pur avendo intrapreso nuove strade.
Lavoro tra Napoli e Milano e sono consulente italiana di alcune ditte Svedesi che si occupano di arredi, illuminazione e pannelli acustici. Questo mi consente di collaborare con tanti architetti in tutta Italia, dai progetti di illuminazione a quelli di arredo. Questa è una grandissima fortuna poiché ho la possibilità di esplorare e collaborare in vari ambiti del contract, uffici, hotel, negozi e apprendere attraverso il lavoro dei miei colleghi.
Da sempre appassionata degli strumenti di comunicazione ed oggi più che mai.
Sono diventata architetto in un momento di transizione in cui il disegno automatizzato faceva capolino all’Università ma non era ancora ben visto (un mostro oscuro ed affascinante che faceva tutto da solo), ma ne ero catturata… oggi non ricordiamo nemmeno il periodo in cui in mano avevamo una matita ed un foglio!
Viviamo con uno smartphone o forse su uno smartphone, sia per lavoro che per svago …così anche i miei progetti finiscono li…. Grazie al BIM (Building Information Modeling) porto i miei progetti tridimensionali sui tablet e smartphone dei miei clienti ed attraverso i social anche ad altri.
Fino ad una decina di anni fa dopo il primo incontro con i clienti distribuivo delle riviste da cui trarre spunto. I clienti erano a digiuno di tendenze, tecnologie e non avevano idee chiare: oggi è cambiato tutto!
Grazie ai social ed alle gallerie di immagini il cliente arriva preparato e con le idee chiare, ha solo necessità di realizzare il suo sogno ed il nostro compito è quello di mettere ordine tra i pensieri e le numerose idee, renderle accessibili al budget di riferimento.
Diamo un ordine formale ed una coordinazione dell’immagine scelta.
Il cliente deve lavorare al nostro fianco in tutte le fasi per poter avere un progetto unico e a sua misura.
Del mio lavoro mi piace tantissimo la parte progettuale: un processo istintivo e automatico per me.
Poi entrano in campo altri aspetti del lavoro, come trasmettere il progetto al cliente, l’avvio e la direzione dei lavori che, soprattutto nella ristrutturazione, evidenziano varie problematiche ed intoppi. Occorre tanta flessibilità e creatività. Inizi un cantiere pensando di andarci enne volte, ma diventano ennemila! Inizi con quella fase di magia dove un disegno diventa reale; il tuo 3D è una fotografia della realizzazione…. sempre un momento emozionante.
Bisogna seguire il progetto in prima persona altrimenti non cresce e si evolve con noi.
Ho grande difficoltà ad avere compagni di viaggio, ne ho avuti… ma il processo creativo è un tempo tutto mio. Quando nasce un problema e c’è un ostacolo dobbiamo esser pronti a trasformarlo per ottenere soluzioni migliori, trasformare un difetto in una opportunità. Ci sono tante fasi, tutte da non trascurare, in una casa come in un locale commerciale ed è necessario rispettare dei diktat perché il dettaglio fa la differenza.
Il colore è sicuramente la mia cifra stilistica, per me è materico e palpabile. Quando propongo una casa bianca ad un cliente rimane quasi deluso, anche perché una casa bianca richiede un grande impegno per non renderla banale. Durante gli anni ho sviluppato un senso del colore importante; l’abbinamento delle tonalità cromatiche, delle piccole sfumature non è un processo immediato: esiste una vera e propria progettazione coordinata. Così come per le carte da parati, altro elemento che amo e che ora è di nuovo in auge.
Dal punto di vista della geometria prediligo la simmetria, linee dritte e giochi di volume ordinati. Non amo forme curve o tagli diagonali. Ai controsoffitti complessi preferisco sempre volumi semplici e, se posso, grandi altezze
Nelle ristrutturazioni, non sono una che entra in casa e vuole buttare giù tutto: per me è fondamentale non tradire l’identità originale dell’abitazione. Cerco sempre di conservare ciò che trovo interessante e valorizzare lo spirito della casa; ogni casa dà una indicazione, ogni locale ti suggerisce una direzione con la sua personalità insita nei luoghi.
Stefania